Intervista a Sandro Giacomarra, l’architetto progettista dello showroom Cicero & Cicero

Fonte: La Repubblica

Abbiamo incontrato l’architetto Sandro Giacomarra, il cui DNA progettuale si fonda sulla sua esperienza formativa nell’ambito del design. Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in disegno industriale, ha partecipato ai laboratori di ricerca e progettazione diretti da maestri come Ettore Sottsass, Michele De Lucchi e Andrea Branzi; questo percorso ha influito profondamente nella realizzazione delle sue opere.

Come nascono, dunque, i suoi progetti?

Fare l’architetto, progettare, significa accettare dei chiari compromessi. Questo bisogna chiarirlo innanzi tutto a se stessi. Sono i compromessi che determinano di volta in volta, progetto per progetto, luogo per luogo, l’avventura sempre diversa della progettazione. Bisogna sfrondare la parola “compromesso” dalla sua accezione negativa e affiancarle degli aggettivi che ne chiariscano il senso. Onesto compromesso. Limpido compromesso. Questa consapevolezza mi consente di prendere le distanze dalla ricerca formale e stilistica fine a se stessa per accostarmi il più possibile al fruitore finale dell’opera architettonica. Conoscere intimamente il committente, scrutare fin dentro i suoi cassetti, significa raccogliere la materia prima che dovrebbe nutrire ogni percorso progettuale: l’identità. L’identità del luogo e di colui che dovrà abitarlo è l’elemento portante di ogni mio progetto. Costruire o ricostruire l’identità dei luoghi – dal contesto urbano al singolo spazio isolato, dalla sala museale al più piccolo ambiente domestico – è il punto di partenza e di arrivo di ogni scelta progettuale finalizzata alla definizione di uno spazio “intimo”, inteso come luogo di benessere per chi lo abita. Ancora identità: dei materiali. Dalla pietra locale al legno, dall’acciaio al vetro, senza escludere i nuovi materiali. Ognuno di questi elementi restituisce un pensiero, un ricordo, un profumo che si integra e diventa anch’esso elemento fondamentale nella progettazione dello spazio “intimo” ideale. Progettare, per quanto mi riguarda, somiglia a cucinare per qualcuno a cui vogliamo bene. Innanzi tutto dobbiamo conoscerne i gusti, poi si tratta di mettere assieme tutti gli ingredienti, e infine combinarli fra loro, riconducendoli a un’idea unitaria che rispetti tutti i sapori ma li metta ognuno al servizio dell’altro.

In che misura questa filosofia di progetto si applica per un progetto pubblico?

Nell’ultimo lavoro del nuovo showroom RV Ceramiche  – Cicero & Cicero, nel cuore della città di Palermo, il concept che mi ha guidato è stato quello di trasformare le aree di lavoro in aree di relazione, dove è possibile toccare con mano la varietà e la versatilità delle collezioni e ricevere consigli da personale competente. Gli ambienti, completi di strumenti multimediali, si articolano attorno ad un isola dalla forma curvilinea che rende fluidi i percorsi, definendo attraverso l’uso di quinte sceniche, scorci di ambienti domestici che mettono in risalto l’intimità degli spazi architettonici.

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